sabato 9 luglio 2016

Cronaca della giornata del 9 Luglio


Mentre la città di Gerusalemme è immersa nel profondo silenzio di Shabbat, i frati uniti al loro Ministro Generale hanno dato inizio alla loro giornata celebrando solennemente la santa Messa in memoria dei martiri di Gorkum. Fra Michael Perry ha presieduto la Liturgia eucaristica con il Vicario, fra Julio César Bunader. Nella sua omelia ha esortato i frati della Custodia a non aver paura, con queste parole che riportiamo perché possano essere di giovamento anche a tutti i nostri lettori del blog:
L’antitesi all’autentico discepolato e all’amore cristiano è la paura esistenziale. Questo tipo di paura non dev’essere confuso con le normali paure che sorgono quando ci confrontiamo, per esempio, con la richiesta di cambiare il nostro modo di vedere e di agire, oppure quando incontriamo persone che ci risultano straniere, delle quali conosciamo pochissimo. Gesù si riferisce a tutt’altro tipo di paura, ossia quella che ci impedisce di riconoscere la nostra vera identità di figli amati da Dio e di procedere sul nostro cammino di vocazione cristiana.
Questa paura ci impedisce di avvicinarci a Gesù e vicendevolmente tra di noi. Questa stessa paura ci impedisce di accettare i nostri limiti e i nostri peccati. Questa paura ci impedisce di liberarci del passato in modo da poter essere abbracciati dal futuro che Dio sta preparando per ciascuno di noi.
Questa paura ci imprigiona e ci priva della possibilità di sperimentare l’amore, la misericordia e la grazia liberante che sgorgano dalla morte e risurrezione di Gesù. Questo tipo di paura distrugge lentamente la nostra capacità di fidarci, di andare incontro agli altri e di vivere in uno spirito di gratitudine e di speranza. Nella sua Esortazione apostolica Evangeliigaudium, papa Francesco ci ricorda che: “La fede significa anche credere in Lui, credere che veramente ci ama, che è vivo, che è capace di intervenire misteriosamente, che non ci abbandona, che trae il bene dal male con la sua potenza e con la sua infinita creatività. Significa credere che Egli avanza vittorioso nella storia insieme con «quelli che stanno con lui: i chiamati, gli eletti, i fedeli» (Ap 17,14)” (EG 278).
Credere che Dio ci ama davvero, che Egli è vivo e presente per noi e che non ci abbandona mai. Anche in mezzo alla diminuzione numerica nell’Ordine e nella Custodia, anche in mezzo alle molteplici minacce alla vita delle persone che vivono in queste terre dove siete chiamati a servire e ad accompagnare, Gesù ritorna continuamente e ripete le parole che ha detto ai discepoli in un tempo di estrema violenza e di persecuzione: “Non abbiate paura!”
Queste parole di Gesù non sono solo parole di consolazione e di incoraggiamento. Queste parole di Gesù intendono riaccendere l’immaginazione dei discepoli e incendiare il loro cuore con la gioia e l’amore del Vangelo per il bene del mondo e di tutto il creato. Queste parole intendono offrire una guarigione all’interno della Custodia dell’Ordine”.






La mattinata è stata caratterizzata dalla presentazione dei lavori di gruppi del pomeriggio di ieri circa il discorso del Ministro Generale e con il dialogo fraterno che i Capitolari hanno intessuto con fra Michael e fra Julio. Tante le domande e forte l'emozione di avere tra noi il successore di san Francesco. Prima del pranzo, fra Hanna, frate siriano, ha condiviso con i Capitolari la sua testimonianza circa la drammatica situazione che da oltre cinque anni si sta perpetrando in Siria con una guerra lancinante.



Il pomeriggio ha visto impegnati i Capitolari con le prime votazioni, si è infatti svolto il pre scrutinio per le future elezioni del Vicario custodiale e dei cinque Discreti di Terra Santa, il Governo che aiuterà il Custode, fra Francesco Patton, alla guida delle fraternità della Custodia.
La giornata di domani non sarà di lavoro ma di riposo, i Capitolari impegnati nelle parrocchie torneranno ai loro impegni pastorali, mentre gli altri frati parteciperanno alla escursione in Samaria ed alcuni si recheranno a Betlemme per la prima messa di fra Emad, neo ordinato in Egitto.