Mentre la città di Gerusalemme è immersa nel profondo silenzio di Shabbat, i frati uniti al loro Ministro Generale hanno dato inizio alla loro giornata celebrando solennemente la santa Messa in memoria dei martiri di Gorkum. Fra Michael Perry ha presieduto la Liturgia eucaristica con il Vicario, fra Julio César Bunader. Nella sua omelia ha esortato i frati della Custodia a non aver paura, con queste parole che riportiamo perché possano essere di giovamento anche a tutti i nostri lettori del blog:
“L’antitesi all’autentico discepolato e all’amore
cristiano è la paura esistenziale. Questo tipo di paura non dev’essere confuso
con le normali paure che sorgono quando ci confrontiamo, per esempio, con la
richiesta di cambiare il nostro modo di vedere e di agire, oppure quando
incontriamo persone che ci risultano straniere, delle quali conosciamo
pochissimo. Gesù si riferisce a tutt’altro tipo di paura, ossia quella che ci
impedisce di riconoscere la nostra vera identità di figli amati da Dio e di
procedere sul nostro cammino di vocazione cristiana.
Questa paura ci impedisce di avvicinarci a Gesù e
vicendevolmente tra di noi. Questa stessa paura ci impedisce di accettare i
nostri limiti e i nostri peccati. Questa paura ci impedisce di liberarci del
passato in modo da poter essere abbracciati dal futuro che Dio sta preparando
per ciascuno di noi.
Questa paura ci imprigiona e ci priva della possibilità
di sperimentare l’amore, la misericordia e la grazia liberante che sgorgano
dalla morte e risurrezione di Gesù. Questo tipo di paura distrugge lentamente
la nostra capacità di fidarci, di andare incontro agli altri e di vivere in uno
spirito di gratitudine e di speranza. Nella sua Esortazione apostolica
Evangeliigaudium, papa Francesco ci ricorda che: “La fede significa anche
credere in Lui, credere che veramente ci ama, che è vivo, che è capace di
intervenire misteriosamente, che non ci abbandona, che trae il bene dal male
con la sua potenza e con la sua infinita creatività. Significa credere che Egli
avanza vittorioso nella storia insieme con «quelli che stanno con lui: i
chiamati, gli eletti, i fedeli» (Ap 17,14)” (EG 278).
Credere che Dio ci ama davvero, che Egli è vivo e
presente per noi e che non ci abbandona mai. Anche in mezzo alla diminuzione
numerica nell’Ordine e nella Custodia, anche in mezzo alle molteplici minacce
alla vita delle persone che vivono in queste terre dove siete chiamati a
servire e ad accompagnare, Gesù ritorna continuamente e ripete le parole che ha
detto ai discepoli in un tempo di estrema violenza e di persecuzione: “Non
abbiate paura!”
Queste parole di Gesù non sono solo parole di
consolazione e di incoraggiamento. Queste parole di Gesù intendono riaccendere
l’immaginazione dei discepoli e incendiare il loro cuore con la gioia e l’amore
del Vangelo per il bene del mondo e di tutto il creato. Queste parole intendono
offrire una guarigione all’interno della Custodia dell’Ordine”.
La mattinata è stata caratterizzata dalla presentazione
dei lavori di gruppi del pomeriggio di ieri circa il discorso del Ministro
Generale e con il dialogo fraterno che i Capitolari hanno intessuto con fra
Michael e fra Julio. Tante le domande e forte l'emozione di avere tra noi il
successore di san Francesco. Prima del pranzo, fra Hanna, frate siriano, ha condiviso
con i Capitolari la sua testimonianza circa la drammatica situazione che da
oltre cinque anni si sta perpetrando in Siria con una guerra lancinante.
Il pomeriggio ha visto impegnati i Capitolari con le
prime votazioni, si è infatti svolto il pre scrutinio per le future elezioni del
Vicario custodiale e dei cinque Discreti di Terra Santa, il Governo che aiuterà
il Custode, fra Francesco Patton, alla
guida delle fraternità della Custodia.
La giornata di domani non sarà di lavoro ma di riposo, i
Capitolari impegnati nelle parrocchie torneranno ai loro impegni pastorali, mentre
gli altri frati parteciperanno alla escursione in Samaria ed alcuni si
recheranno a Betlemme per la prima messa di fra Emad, neo ordinato in Egitto.
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